Storia della Città
Oria vanta tradizioni antichissime e altrettanto gloriose. Primi insediamenti umani sono già collocabili attorno al IV millennio a.C. ma secondo quanto riporta il “Padre della Storia” Erodoto di Alicarnasso nel suo libro “Le Nove Muse”, l’origine vera e propria della città di Hyria (antico nome di Oria) fu fondata da un manipolo di Cretesi reduci da una sfortunata spedizione in Sicilia, che sorpresi da una violenta tempesta, furono sbattuti sulle coste ioniche. Il sito era – ed è ancora – il migliore della zona, per cui fondata la nuova nazione messapica comprendente una dodecapoli, Oria fu eretta a Metropoli e Capitale.
I Romani dopo averla nominata città socia ex-foedere e municipium, la amministrarono tramite quadrunviri, concedendole l’ambito privilegio di battere moneta. Nel 44 l’Apostolo Pietro, sbarcato sulla costa ionica, incontrata come prima città importante appunto Oria, la eresse diocesi: secondo questa tesi (accreditata e corroborata dai più eminenti studiosi) Oria sarebbe la più antica diocesi cristiana fondata da San Pietro in Italia. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476, la città fu soggetta a saccheggi barbarici e infine alla dominazione bizantina e fu kastrum e sede di rappresentanza imperiale; dopo fu capoluogo di ducato longobardo, con giurisdizione su una dodecapoli. La città accolse anche la più celebre colonia ebraica dell’Italia meridionale, dando i natali ad illustri esponenti dell’ebraismo.
Nel 977 i Saraceni Agareni rasero al suolo la città, deportandone buona parte degli abitanti in Sicilia. Per ordine di Basilio II la città fu ricostruita e amministrata da un protospatario. Attorno all’anno 1000 l’antichissima sede vescovile protocattedra fu accorpata a quella brindisina. Fu presa dai Normanni nel 1055 per opera di Unfredo d’Altavilla.
Il XIII secolo vede Oria rifulgere di brillante luce: nel 1219 San Francesco d’Assisi, ritornando dalla Siria si ferma nella città fondando un convento e piantando dei cetrangoli e scavando un pozzo tuttora esistente. Ma a contribuire al fulgore oritano ci fu anche il Magnifico, il Nobilissimo, l’Augusto Federico II Hohenstaufen. Nel 1225 recandosi a Brindisi per attendere la sposa Isabella di Brienne regina di Gerusalemme, essendo inospitale la città marittima e risiedendo in Oria il vescovo Pellegrino I, volle accamparsi in Oria, dove in onore della sua corte e del suocero Giovanni di Brienne, bandì solenni festeggiamenti con un Torneo fra i quattro rioni della città e ordinò la costruzione dell’imponente, severo, maestoso Castello Svevo, dove sorgevano preesistenti fortificazioni normanne (alcune delle quali incorporate) e dove sorgeva la Cattedrale Bizantina. Cedette al vescovo Pellegrino I l’area più in basso per costruire una nuova cattedrale, prestazioni militare e versamenti di decime (che saranno pagate sino al 1890). La presenza dell’Imperatore a Oria è attestata da varie fonti, conservate in vari archivi e raccolte. Nel 1254 Manfredi Hohenstaufen assediò Oria, espugnandola solo dopo un lunghissimo assedio.
Il 1266 vide il passaggio alla dinastia angioina, nella persona del re Carlo. Nel 1433 il principe Giacomo Caldora, generale di Giovanna II assediò la città, prendendola e saccheggiandola dopo un lungo assedio. Facente parte del Principato di Taranto, ricevette i benefici del principe G. A. Del Balzo-Orsini, che risollevò la città dopo l’assedio del Caldora. Nel 1500 fu eretta Marchesato indipendente e a partire dal 1504 fu soggetta alla turbolenza della guerra franco-spagnola, al cui termine fu dichiarata città demaniale.
Nel 1531 fu ricreata marchesato e concessa in feudo ai Bonifacio. L’ultimo dei Bonifacio, Giambernardino, dichiarato eretico, fu espropriato dei beni e il suo feudo fu concesso a Federico Borromeo. Questi morì, lasciando il feudo al fratello minore: San Carlo Borromeo, Cardinale Arcivescovo di Milano. Nel 1572, a causa di un’epidemia di peste il pio cardinale vendette il feudo per 40000 ducati al Vescovo di Cassano e distribuì il ricavato ai poveri. Nel 1579 il genovese Davide Imperiali acquistò il feudo e lo trasmise alla famiglia per oltre due secoli. Nel 1592, la diocesi di Oria-Brindisi fu divisa ritornando allo stato originario; la città ebbe il più fiorente Seminario Vescovile dell’Italia Meridionale (ancora esistente e con un buon numero di seminaristi) e passò come sede suffraganea alla Metropolia di Taranto.
Dopo l’estinzione della famiglia Imperiali con Michele IV Imperiali, la città ridivenne demaniale, cadendo nell’aria sonnacchiosa delle città provinciali del Regno di Napoli. Capoluogo di Mandamento, dette il suo contributo per la nascita dell’Italia Unita e molti oritani combatterono per la Patria nelle due guerre mondiali. Lungimirante sul futuro, dal 1972 è gemellata con la cittadina tedesca di Lorch, anticipando così i tempi dell’Europa Unita. Attualmente la città divisa tra i quattro rioni (Castello, Giudea, Lama e San Basilio), corrispondenti alle quattro parrocchie della (Basilica Cattedrale, San Francesco di Paola, San Francesco d’Assisi e San Domenico), è un importantissimo centro culturale, turistico e di produzione artigianale, industriale e anche agricola. Avendo ben quattro gruppi sbandieratori di fama internazionale (Lama, San Basilio, Federiciani e San Domenico) e avendo ospitato diverse volte i Campionati Nazionali, è considerata la capitale degli Sbandieratori e dei Musici d’Italia.
Gemellaggi tra Oria, Italia ed Europa
Gemellaggio Oria – Lorch (Germania)
Un rapporto di amicizia in nome di Federico II
Dal 1972 Oria è gemellata con la cittadina tedesca di Lorch nel nome della nobile famiglia di Federico II: gli Hohenstaufen. Trait d’union tra le due comunità è stato il Torneo dei Rioni, la rievocazione storica imperniata sulla figura dell’Imperatore svevo. Lorch si trova nella regione del Baden Wurtemberg, esattamente nella pare settentrionale della valle del Rems.
Le due comunità hanno precorso i tempi rispetto all’unità dell’Europa ed hanno mantenuto nel tempo rapporti cordiali con frequenti visite nelle rispettive cittadini e scambi culturali ed economici di vario tipo. Oggi, a sostegno del gemellaggio, è stato costituito un apposito comitato formato da consiglieri comunali e rappresentanti delle associazioni e delle famiglie che hanno contatti diretti con le famiglie della cittadina tedesca.