Oria: Torna “appesa” per le vie della città la tradizionale Quaremma

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Tra le tradizioni che rendono il territorio salentino caratteristico e affascinante c’è, senza dubbio, la Quaremma la cui storia ha origini antiche e radici geografiche difficili da immaginare. E anche nella città di Oria è presente questa tradizione che viene portata avanti grazie all’Oratorio SING “Don Bosco”.

Come la gran parte dei riti religiosi che vantano una tradizione secolare, la Quaremma porta con sé significati cristiani e pagani. L’aspetto quasi spaventoso della Quaremma e gli abiti neri da lutto simboleggiano la fine dei festeggiamenti di Carnevale e l’inizio della Quaresima. Essa viene esposta sui terrazzi, sui davanzali e sui

balconi delle case in molti paesi del Salento. Si tratta di un pupazzo o fantoccio caratteristico del costume popolare locale che raffigura una signora anziana di aspetto orribile, magra e un po’ spaventosa, vestita di nero per mostrare il lutto (a causa della fine del Carnevale). Una peculiarità del fantoccio è la presenza di un filo di lana e di un fuso nella mano destra: si tratta di un simbolo della laboriosità e del desiderio di lavorare, ma soprattutto del passare del tempo.
Arrivata la Pasqua il fantoccio veniva rimosso, bruciato o fatto esplodere utilizzando dei petardi con una sorta di rito attraverso il quale si andava a purificare, mediante le fiamme, i numerosi peccati dando così il via ad una nuova vita.