Perdonanza Santi Medici Oria: il messaggio del vescovo Pisanello ai pellegrini

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Cara Amica Pellegrina, caro Amico Pellegrino, ti do il benvenuto nella Città di Oria dove, nella Chiesa Cattedrale e nel Santuario di San Cosimo alla Macchia, sono custodite le reliquie dei Santi Medici, martiri della fede e testimoni di carità evangelica. Sei giunto in questo luogo per venerare la memoria dei Santi, forse per ringraziare per un dono ricevuto o per chiedere l’intercessione dei Martiri per una necessità, tua o di qualche persona a te cara. Mi permetto di suggerirti di offrire un tempo prolungato alla tua preghiera e alla tua riflessione perché il frutto spirituale che potrai ricavarne sia abbondante e duraturo.

Ti invito a fermarti a leggere con calma ed attenzione il brano di Vangelo che segue. Ti suggerisco di leggerlo più volte, lentamente, perché possa penetrare in profondità nel tuo cuore: sono certo che potrà darti luce e forza. “Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono Santuario San Cosimoio, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti” (Gv 6, 16-21). I discepoli intraprendono un viaggio, sul lago, per raggiungere Cafàrnao, la città dei pescatori, di Pietro ed Andrea, di Giacomo e Giovanni, di Matteo. È il desiderio di ritornare, dopo la fatica, in un luogo familiare dove si è sicuri di ricevere accoglienza. Ma il viaggio è difficile perché è sera ed il vento è contrario e ci vuole molta fatica e, soprattutto, Gesù non è con loro. Ma ecco l’inaspettato: arriva Gesù camminando sulle acque! Questa novità, come ogni novità, spaventa i discepoli, ma Gesù offre loro la Sua Parola rassicurante: «Sono io, non abbiate paura!». E non appena i discepoli scelgono di farlo salire sulla barca, questa immediatamente li conduce a riva, alla meta desiderata!

Caro Pellegrino, quanto questo episodio della vita di Gesù e dei suoi discepoli racconta della nostra vita, quanto ci possiamo ritrovare in questa pagina del Vangelo. C’è sempre una sera nella nostra vita nella quale vogliamo tornare alla nostra città, ai nostri affetti, dove siamo sicuri di trovare accoglienza cordiale e comprensiva. Ma anche in questo percorso, per quanto susciti attese cariche di fiducia, spesso ci si imbatte nel buio della notte e non è facile orientarsi e, perciò, percepiamo la paura. Questo buio è richiamo alla notte della fede, all’incertezza di chi si affida senza riserve nelle mani del Padre. E non c’è solo il buio ma anche le onde contrarie, che sono gli ostacoli della vita, messi in atto da chi cammina con noi o da coloro cui non piace il nostro percorso. E tutto questo ci scoraggia! Ma il Padre non ci abbandona e invia sempre Suo Figlio Gesù che, anche a noi, dice: «Sono io, non abbiate paura!». E allora si tratta solo di scegliere di accogliere Gesù nella nostra barca e tutto diventa facile! Si raggiunge la meta in un battibaleno, senza paura e senza fatica! Bisogna solo fidarsi! Il tuo essere qui, ad Oria, per onorare i Santi Martiri anargiri, è forse frutto di un percorso faticoso, pieno di paure e di insidie, che ti hanno tolto la fiducia e l’entusiasmo! Ma sei qui! E Gesù si rivolge a te, proprio a te e ti dice con voce carica d’amore: «Sono io, non avere paura!».

Sì, caro Pellegrino, Gesù è qui con te e per te e ti attendeva, non avere più paura. Egli ti aspetta nel sacramento della Riconciliazione e nel sacramento dell’Eucarestia per darti nuovo coraggio e nuova fiducia, per farti raggiungere la meta. Egli attende la tua carità, come risposta al Suo amore: sii consapevole che quando entri nel circolo dell’amore di Dio assapori già il Paradiso. Attraverso l’intercessione dei Santi Medici, accogli Gesù nella tua vita e potrai fare grandi cose! Ecco, mio caro Pellegrino, ti auguro di vivere appieno questa esperienza che la Parola di Gesù ti ha rivelato e, mentre ti assicuro il conforto della mia preghiera per te e della benedizione del Signore, che volentieri invoco su di te e sui tuoi cari, ti prego di estendere il mio saluto e la mia benedizione agli ammalati e agli anziani che sono in casa. Ti chiedo di pregare anche per me.

✠ Vincenzo PISANELLO
Vescovo di Oria

da MemoriaNews.it