Rubrica Salute e Benessere: I 4 cavalieri che possono stroncare la tua relazione sentimentale

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In una relazione, ci sono una moltitudine di variabili che possono andare a definire un’eventuale funzionalità all’interno di una coppia. Confrontarsi all’interno di un legame sentimentale è complesso e si è portati a rapportarsi con le proprie individualità come qualcosa che necessita una comprensione e un’accoglienza da parte del partner.

Non esiste una ricetta utile allo stesso modo per tutti che possa permettere di stabilire gli ingredienti fondamentali per il funzionamento di una relazione sana e duratura, tuttavia alcuni elementi possono aiutarci a individuare dei punti di orientamento da monitorare nel corso di una relazione.

Secondo lo psicologo Gottman, non sono i conflitti che determinano la fine di una relazione. Ciò che sembra essere essenziale è la natura dei meccanismi che si attivano nel momento in cui emergono le situazioni di scontro tra i partner. Il conflitto, se funzionale ed espresso nei modi e nei contesti adeguati, può infatti essere contestualizzato come qualcosa di tipico in un rapporto. La differenza è data da ciò che lo scontro può innescare e come viene gestito nella coppia.

Gottman ha osservato che le coppie destinate alla rottura sono solitamente quelle che si aggrappano alle emozioni negative, irrigidendosi nell’esposizione all’emotività. Ciò innesca una graduale spirale autodistruttiva in grado di portare ad un’inesorabile chiusura del rapporto. Questo processo è alimentato dall’uso di modalità comunicative dannose e inefficaci, attivate però con l’idea di poter risolvere la situazione che ha innescato il litigio.

Questi meccanismi sono stati nominati dall’autore i “4 Cavalieri dell’apocalisse”, una metafora calzante in quanto sono sistemi che se attivi conducono inevitabilmente alla fine del rapporto.

Il primo tra loro è l’atteggiamento difensivo. Si tratta di una risposta automatica che si assume quando ci si sente sotto attacco. Questa modalità comportamentale, si limita a negare la propria responsabilità nei confronti del conflitto. Questo spesso scatena una controffensiva da parte del partner, creando ulteriori tensioni nella coppia e trasformando il confronto in una lotta di potere il cui fine ultimo è la ricerca di colpe e colpevoli. È un modo di interagire che rifugge dalla responsabilità personale, preferendo invece incolpare l’altro e semplificare in questo modo il conflitto in due fronti che lottano per la conquista della ragione.

Il secondo è l’indifferenza, un atteggiamento che porta a mostrarsi come emotivamente distaccati e a ignorare o minimizzare i problemi. Questo comportamento, seppur mascherato da un desiderio di evitare gli attriti, in realtà consolida una distanza emotiva e impedisce una reale risoluzione delle difficoltà. Nella percezione del partner, l’indifferenza può essere letta come scarsa considerazione di sé e dei suoi bisogni.

Il terzo elemento è la critica, la quale diventa distruttiva nel momento in cui assume la forma di un attacco personale, perdendo ogni costruttività. Questa forma di comunicazione porta ad attaccare la persona in modo diretto, spostando l’attenzione dalle proprie emozioni e da cosa può averle innescate. È un atteggiamento che mina il rispetto reciproco e alimenta il risentimento e il conflitto.

L’ultimo è l’atteggiamento di disprezzo, probabilmente il più dannoso tra quelli citati. Questa dimensione  implica una forte disistima per il partner. Esprime superiorità e potere nel tentativo di imporsi sull’altro insultando, sminuendo, minacciando, umiliando e provando a infliggere volutamente delle ferite emotive in grado di danneggiare l’autostima di chi si ha di fronte.

Nella vita di coppia può essere molto importante per il lettore saper riconoscere e affrontare questi “cavalieri” nelle dinamiche relazionali, al fine di poter monitorare la salute della relazione e poter riflettere e intervenire su dinamiche disfunzionali che potrebbero innescarsi. Lavorare sulla comunicazione e sulla gestione costruttiva dei conflitti può aiutare a preservare il legame affettivo e a promuovere una connessione duratura e appagante.

 

Dott. Giuseppe Cinieri, psicologo clinico e della salute presso Una Stanza per Sé: servizi per il benessere psicologico. Adulti, giovani adulti e adolescenti.

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