Quante volte è capitato al lettore di sentire di dover mettere spazio fra sé e qualcuno per tutelare se stesso e i propri bisogni? Quello dei confini è un tema molto vivo nella psicologia, è strettamente legato alla tutela di sé e dei propri bisogni. Tuttavia, farlo non è semplice o scontato. Possiamo immaginare i confini interpersonali come delle linee che separano sé dagli altri. Definiscono il proprio senso di identità, di appartenenza e di rispetto. I confini aiutano a proteggere la nostra integrità fisica, emotiva e mentale, e a regolare il flusso di informazioni, di energie e di emozioni tra noi e gli altri. I confini interpersonali non sono immutabili, ma si modellano in base alle esperienze di vita. Ogni persona ha dei confini diversi, che possono variare a seconda del contesto, del ruolo, della situazione e della persona con cui interagisce. Inoltre, i confini possono presentarsi in modo molto differente, variando in flessibilità e adattabilità da persona a persona. Alcune esperienze di vita possono portare a legittimarsi con più naturalezza la possibilità di mettere spazio fra sé e ciò che può essere dannoso per la propria persona. In altre occasioni, invece, le proprie esperienze hanno il potere di portare ad una maggiore rigidità che conduce quindi ad una difficoltà nel far accedere gli altri a parti di sé quando questo è sano oppure ad una plasticità che impedisce di tracciare confini netti, permettendo agli altri di sottrarci bisogni e spazi vitali per sé. La gestione dei confini interpersonali è una competenza fondamentale per il benessere psicologico e per la qualità delle proprie relazioni. Per stabilire dei confini adeguati, è importante sapersi conoscere, identificare i propri valori, gli obiettivi, i bisogni e i limiti che non si vogliono superare. Una parte fondamentale in questo è giocata dalla comprensione profonda della propria emotività, che ha una parte attiva in questo meccanismo. Le emozioni possono essere dei segnali importanti rispetto alla necessità di tutelarsi nei confronti di qualcosa in grado di sottrarre un proprio bisogno. La rabbia può essere un’ottima dimostrazione di questo meccanismo, veicolo spesso di moti di tutela verso se stessi. Arrabbiarsi è una competenza che non può essere data per scontata, un’emozione spesso vista negativamente ma che quando espressa con consapevolezza e nel pieno rispetto di sé diventa una risorsa irrinunciabile per tracciare dei confini nitidi e netti attorno a ciò che si è e ai propri bisogni. Un altro aspetto indispensabile è poi la comunicazione, l’essere in grado di comunicare in modo chiaro, diretto e rispettoso per esprimere opinioni, richieste e aspettative, senza offendere o provare a sottomettere gli altri. Riuscire ad esprimere la necessità di avere spazi necessari tra sé e gli altri e affermare con costanza la propria posizione è un potente mezzo. Al lettore potrebbe venire in mente però il quesito: “è se dall’altra parte trovassi qualcuno che non sa vedere i confini che traccio e dovesse comunque sconfinare rispetto a ciò che vorrei che rimanesse personale?” Non tutti hanno la stessa abilità nell’identificare i bisogni degli altri e i limiti oltre al quale non è rispettoso andare. Ciò però rende solo più importante la necessità di imparare ad essere chiari e coerenti, non cedendo ciò che è proprio anche quando chi è di fronte non riesce a vedere la distanza che si prova a comunicare o sceglie di non farlo. Per gestire i conflitti e le divergenze che possono sorgere in risposta al mettere dei confini, bisogna essere in grado di trovare dei compromessi. Essere flessibili e aperti al cambiamento è importante, a patto però di non rinunciare a principi e diritti indispensabili. I confini interpersonali sono una componente essenziale per la propria salute mentale e per costruire relazioni salubri. Imparare a organizzarli in modo consapevole permette di vivere in armonia con se stessi e gli altri, potendo raggiungere una maggiore felicità.
Un Saluto da:
“Una Stanza per Sé: servizi per il benessere psicologico”, studio di psicologia.
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