Rubrica Salute e Benessere: Perché ti arrabbi? Il significato di un’emozione scomoda quanto preziosa

IMG 20240531 WA0006

La rabbia è un’emozione molto spesso soggetta a giudizi sociali, per via di situazioni, contesti e modalità in cui può apparire altamente disfunzionale diventarne preda. E’ anche
un’emozione con cui ci confrontiamo dai primissimi istanti nella nostra vita ed assume
diverse forme, sebbene spesso non siano di facile riconoscimento per chi non intraprende un viaggio verso la consapevolezza.
In questo breve viaggio, innanzitutto è importante ribadire l’utilità della vasta gamma di
emozioni che proviamo in quanto esseri umani e che, nel corso dei millenni, hanno
contribuito alla creazione del mondo così come lo conosciamo oggi. Ogni emozione ha il
valore di portare alla coscienza della persona intuizioni, consapevolezze, verità interne che
differentemente non verrebbero ascoltate e che sono alla base della capacità decisionale e di orientamento dell’uomo. E’ possibile immaginare la rabbia, dunque, come un quadrante della nostra bussola interna che ha il solo scopo di direzionarci all’interno dell’esistenza indicando che valore e significato assumono per noi le cose che ci stanno facendo arrabbiare.
Esistono diversi tipi di rabbia, alcuni presenti nella nostra vita fin da subito, altri che
richiedono lo sviluppo di alcune capacità cognitive e il raggiungimento di alcune tappe vitali
in contesti differenti.
Si può riassumere la rabbia all’interno di tre sistemi di significato: quello da difesa, che si
attiva quando sentiamo minacciata la nostra incolumità, gli oggetti di nostra proprietà o la
salvezza delle persone che amiamo. Si può immaginare la rabbia da difesa non solo in
funzione di situazioni estreme (come furti, minacce di morte o percosse), ma anche più
quotidiane. Se un amico ad esempio prova a prenderti dalle mani lo smartphone senza
chiederti il permesso, tu potresti reagire con rabbia, difendendo il tuo spazio personale.
Il secondo sistema di significato della rabbia è quello competitivo. Si tratta di un tipo di
rabbia finalizzata a ristabilire una posizione di superiorità rispetto all’altro e dove si può
avvertire minacciato il proprio potere personale, come ad esempio in una situazione in cui
qualcuno ti schernisce. E’ una rabbia tipica tanto delle relazioni interpersonali, quanto dei
sistemi agonistici e prestazionali (immaginiamo climi aziendali o alcuni stili di
insegnamento). Talvolta può emergere nella genitorialità, anche se impropriamente. La sfida è un sistema che in un bambino non si può attivare verso il genitore, in quanto da
quest’ultimo ne dipende la sua sopravvivenza.
Infine vi è la rabbia da attaccamento, che dipende dalla percezione di insicurezza derivante
dall’allontanamento o dalla disconnessione emotiva di una persona molto significativa. Si
tratta della rabbia tipica del bambini verso i genitori ed ha il valore di una richiesta di aiuto
profonda. Si chiede al genitore, al partner, all’amico significativo di non essere ignorati, di
non andare via, di non lasciarci da soli.
Riconoscere e imparare a tollerare questi tre tipi di rabbia fa parte di un percorso di
consapevolezza che implica un certo grado di maturità interna, la comprensione e
l’ammorbidimento dei propri livelli di tolleranza, la creazione di una solidità interna capace
di autocontenimento e il riconoscimento dei confini interpersonali. Imparare ad entrare in
contatto con la propria rabbia è di fondamentale importanza per raggiungere la serenità
interna e relazionale, ma gestirla non significa né censurarla, né bloccarla, né evitarne
l’espressione, bensì indica la capacità di capire cosa dentro di noi si sta muovendo e di
indirizzare le nostre azioni nel pieno rispetto di noi e dell’altro da noi.
Abbiate cura di comprendere e tollerare la vostra rabbia.

Per maggiori informazioni:
Dott.ssa Simona Delli Santi, psicologa clinica e della salute
presso “Una Stanza per Sé: servizi per il benessere psicologico”
infanzia, adolescenza, età adulta.
www.unastanzaservizi.com
3711192313