Siete superstiziosi? Credete nella sfortuna? In quell’idea che sembra spesso confermata dalle circostanze e per cui un certo tipo di avvenimento si abbatte sempre e inevitabilmente sulla vostra vita. “Ogni volta che provo a fare qualcosa per me, un imprevisto lo impedisce”, “quando mi permetto di innamorarmi poi arriva il tradimento”, “se mi fido di un amico fa qualcosa per cui poi dovrò pentirmene” ecc.. Vi siete mai chiesti come sia possibile che una serie di esperienze negative e imprevedibili arrivino a intaccare sempre le stesse aree della propria vita e non di rado con situazioni molto simili tra loro? In quest’articolo proveremo a dotare il lettore di una lente per leggere questo fenomeno spesso incomprensibile e nel quale si può arrivare a sentirsi impotenti. Parleremo di profezia che si autoavvera. Questo fenomeno psicologico è un concetto molto affascinante, dimostra quanto le nostre idee sulle cose del mondo possono influenzare la realtà che viviamo, innescando un potente impatto sulla vita quotidiana. La profezia che si autoavvera è un processo in cui le aspettative o le credenze di una persona su qualcosa o qualcuno influenzano il modo in cui si comporta nei confronti di quella situazione o di quella persona. In altre parole, le nostre convinzioni possono diventare realtà semplicemente perché crediamo che lo siano. Questo fenomeno non ha un limite di situazioni in cui può innescarsi e può coinvolgere le relazioni interpersonali, l’ambito scolastico o lavorativo, arrivando a influenzare il modo in cui percepiamo noi stessi. Un esempio di profezia che si autoavvera è quello dell’effetto Pigmaglione, forse l’esempio più conosciuto e immediato di questo meccanismo. È infatti possibile che, se un insegnante crede che uno studente sia intelligente e talentuoso, possa comportarsi in modo tale da incoraggiare e supportarlo. Di conseguenza, lo studente si sentirà valorizzato, acquisirà fiducia in sé stesso e raggiungerà risultati migliori rispetto ad altri con aspettative più basse. Al contrario, se un insegnante ha aspettative negative su uno studente, potrebbe trattarlo in modo meno favorevole, il che potrebbe influenzare negativamente le prestazioni del ragazzo, confermando le aspettative iniziali. È possibile immaginare questo meccanismo in ogni aspetto della propria vita. Ogni individuo ha interiorizzato un’immagine di sé, delle aspettative e delle idee sui propri ruoli e nei rapporti. Le aspettative che abbiamo verso noi stessi possono influenzare il nostro comportamento e di conseguenza la possibilità di raggiungere determinati obiettivi. Se ci convinciamo di non essere capaci di raggiungere qualcosa, è probabile che non ci dedicheremo abbastanza, rinunciando fin da subito. D’altra parte, credere nelle proprie risorse e capacità, potrebbe portare a un maggiore impegno e, di conseguenza, ad un aumento delle probabilità di successo. Qui il lettore potrebbe arrivare quindi a ipotizzare che il segreto per disinnescare questo meccanismo possa essere quello di credere più in se stessi e di circondarsi di persone incoraggianti e positive, purtroppo però non sempre questo è sufficiente. Riconoscere la possibilità che alcuni avvenimenti della propria vita possano dipendere da credenze e atteggiamenti inconsapevoli è complesso. Identificare dinamiche così radicalmente implicite è qualcosa che va oltre la semplice volontà. Cosa fare per capire quindi se si è artefici della propria sfortuna? Come si può comprendere se, in alcuni casi, la vita riserba cose spiacevoli perché senza rendersene conto quello che si pensa di sé ha un’influenza sulla propria realtà? La soluzione può essere quella di osservarsi in modo nuovo, riflettere su come si percepisce il mondo, guardarsi con lenti diverse e capire quanto in alcuni casi si può fare qualcosa affinché dei cambiamenti arrivino. In questo viene in soccorso la psicologia, nella possibilità di assumere prospettive nuove nel rapporto con un professionista si possono individuare dinamiche altrimenti invisibili. Quest’articolo si pone l’obiettivo di permettere al lettore di ragionare in senso critico sulla propria vita e di scoprire quanto influenti siano le convinzioni che si possono generare su se stessi e il mondo che ci circonda. Quindi è possibile essere artefici delle proprie sfortune? Si, ma è importante comprendere il valore di questa risposta. Non è un’attribuzione di colpa quella che si vuole stabilire, poiché si cerca di discutere su meccanismi comuni e che si applicano inavvertitamente ogni giorno della propria vita. Il messaggio più prezioso che può essere tratto da tutto ciò è che ascoltandosi e imparando a comprendersi, tante cose possono assumere significati nuovi e che, alcune di queste, possono essere reindirizzate verso il proprio benessere.
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